Innalzata per la prima volta nell’VIII secolo, la Basilica di Sant’Elia è un esempio di stile architettonico di stampo romanico-lombardo. Collocata al centro dell’incantevole Valle Suppontonia, ai piedi dell’antico Borgo di Castel Sant’Elia da una parte, e del complesso del Santuario pontificio di Santa Maria Ad Rupes dall’altra, la splendida basilica si trova dove un tempo sorgeva la dimora di monaci Benedettini e Anacoreti.

Carica di significati simbolici, l’edificio vanta un repertorio artististico di grande pregio, già partendo dall’imponente portale centrale, ricco di motivi marmorei di tema animale e vegetale inglobati in un portale più antico di epoca incerta. Il significato che da avvio a tutti i simboli presenti all’interno parte da qui; dall’ingresso e dagli stipiti decorati che comunicano di quella eterna lotta del male contro il bene, lotta che si intravede in particolare nell’architrave centrale con le presenze altamente simboliche di animali quali: l’aquila, ovvero la temperanza, il leone che incarna il doppio significato del male e del bene e gli arieti, le due sentinelle a guardia del portale: il verbo Cristiano.
Da qui ha inizio il “viaggio” del fedele attraverso la sua spiritualità. Le forme semplici e spoglie e le masse che predominano sui vuoti fanno dell’interno della chiesa il classico luogo di culto di stile romanico dove il Cristiano si rifugia per scappare dagli affanni della vita quotidiana o prendere parte ad assemblee che decretano decisioni importanti per l’intera comunità.

L’impianto planimentrico dell’interno si evince già dalla facciata esterna a spioventi, risalente con molta probabilità al XII sec., lasciando intuire le tre navate poco illuminate ed il transetto affrescato, sede del sorgere del sole, tutto inscritto per gioco prospettico in un rettangolo sghembo.

Al centro del transetto spicca l’incantevole ciborio posto su quattro colonne marmoree, con al centro la croce cosmatesca che richiama i colori e le deliziose forme del pavimento. Il catino absidale è interamente affrescato e reca le figure del Cristo redentore e dei 12 agnelli, simbolo degli apostoli.

Più in basso il corteo delle Vergini in fila verso una figura centrale, purtroppo mancante. Il tutto, nel complesso appare di chiara ispirazione bizantina, e risale all’XI sec. Sembrano invece essere opera dei fratelli Stefano e Giovanni, le descrizioni pittoriche delle due pareti laterali; in particolare di notevole bellezza appaiono alcuni episodi dell’Apocalisse di San Giovanni.

Il pergamo invece, in marmo, posto nella navata centrale lato sinistro è stato apposto successivamente, come la stragrande maggioranza degli elementi marmorei presenti nella basilica. Anche le imponenti colonne sembrano far parte di un “corridoio estraneo” al restante materiale artistico. Da approfonditi studi , pare appartenessero a ville romane presenti nella zona limitrofa.